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Ricerca e divulgazione senza formazione: accademie, orti e musei

Per tre secoli e mezzo, senza istituzioni formative superiori, la ricerca e l’elaborazione culturale prosegue, attraverso gruppi di studiosi, riuniti in varie forme di aggregazione, che formano luoghi più meno stabili di elaborazione e riflessione culturale tra pari, in imitazione dei modelli antichi di tipo “dialogico”, trattando di letteratura, filosofia, scienza e diritto e utilizzando la lingua volgare.

A Firenze un primo esempio di queste aggregazioni è rappresentato dall’accademia, nota come neoplatonica, promossa da Marsilio Ficino già nel 1462, con l’appoggio di Cosimo de' Medici e poi seguita da Lorenzo il Magnifico. Un’esperienza conclusa nel 1522 con la partecipazione di alcuni suoi membri repubblicani ad un complotto contro il cardinale Giulio de' Medici.

Altre accademie operarono prevalentemente nel campo linguistico, come quella degli “Umidi”, costituita nel 1540, poi denominata come “Fiorentina”. Da questo gruppo nasce, nel 1564 quello dell’Accademia degli Alterati. Nel 1585 inizia ad operare l’Accademia della Crusca, come gruppo informale di amici dediti a discorsi giocosi (le "cruscate"), in contrapposizione alla pedanteria dell'Accademia fiorentina. Solo nel 1783, il Granduca Pietro Leopoldo, promuove una riorganizzazione di questi gruppi di studi linguistici dando vita all'Accademia Fiorentina Seconda, come fusione degli Alterati, della Crusca e degli Apatisti, attivi dal 1635.

Nelle scienze è importante la breve esperienza dell’Accademia del Cimento, promossa nel 1657 da Leopoldo de' Medici con lo scopo di applicare, in incontri presso la biblioteca palatina di Palazzo Pitti, il metodo sperimentale galileiano, adottando il motto “Provando e Riprovando”. Il gruppo si scioglie nel 1667, ma l’esperienza è ripresa con lo stesso nome nel 1801, durante il periodo napoleonico.

In campo artistico, come evoluzione dell’antica Compagnia dei pittori fiorentini di San Luca nel 1563 è costituita, sotto l'influenza di Giorgio Vasari, l’Accademia e compagnia delle arti del disegno, che pur restando un’organizzazione corporativa degli artisti, aspira ad svolgere la funzione di accademia per riunire i maggiori artisti della corte granducale. Dal 1784 svolge anche attività formative, assumendo il nome di Accademia di belle arti.

Le scienze naturali trovano invece un luogo di studio nell’Orto della Società botanica fiorentina, costituito nel 1717 da un gruppo di botanici fiorentini.

Nel 1735 un gruppo cultori dell’erudizione storica fonda la Società Colombaria, promuovendo ricerche di diplomatica, paleografia, araldica e numismatica.

Nel 1753 nel campo delle scienze agrarie inizia ad operare, per iniziativa del Canonico Ubaldo Montelatici, l’Accademia dei Georgofili, che diventa presto, per decisione Granducale, un’istituzione pubblica, assumendo un ruolo nazionale dopo l’Unità.

Nel 1775 il Granduca Pietro Leopoldo istituisce il Museo di Fisica e Storia Naturale "La Specola" con l’obiettivo di presentare la natura nella sua completezza attraverso la mineralogia, l’astronomia, l'antropologia, la botanica, la zoologia. Il nucleo costitutivo, elaborato dal naturalista e scienziato Giovanni Targioni Tozzetti, prende le mosse dal catalogo dei reperti naturalistici presenti nelle collezioni degli Uffizi. Nel 1807, in regime napoleonico, all’attività museale sono affiancati gli insegnamenti di astronomia, fisica, chimica, mineralogia e zoologia, botanica e anatomia comparata e attivato l’osservatorio astronomico, facendo diventare le collezioni museali un supporto per la didattica scientifica. L’esperienza didattica si interrompe nel 1815 con la Restaurazione, ma viene ripristinata nel 1829, sotto la direzione di Vincenzo Antinori.

Ultimo aggiornamento

22.10.2021

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