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Il Rinascimento fiorentino senza università

L’esperienza dello Studium a Firenze viene interrotta nel 1472, nuovamente per una decisione politica. Infatti, con un voto combattuto, su proposta di Lorenzo il Magnifico, la Signoria decide di trasferire lo Studium a Pisa. Un ritorno tra il 1497 e 1503, legato alle vicende politiche, non cambia la decisione medicea di non avere nella capitale un’istituzione formativa indipendente, mentre contemporaneamente favorisce l’innovazione culturale, adottando una dicotomia tra cultura e formazione. A Firenze restano la formazione teologica e alcune cattedre di poesia e di eloquenza, mentre l’Ospedale di Santa Maria Nuova affianca all’attività di cura quella di studio e formazione medica. Lo sviluppo degli studi umanistici e la nuova scienza, con la traduzione in volgare di testi letterari e scientifici antichi, vengono affidati alle adunanze di gruppi scelti di studiosi sotto la protezione medicea.

La decisione medicea di trasferire lo Studium a Pisa comporta, ad esempio secondo Garin, delle conseguenze negative, attenuando lo slancio di una cultura alimentata anche dalla partecipazione alla vita politica e facendo scomparire ogni dialettica per la mancanza di termini di confronto, ma, allo stesso tempo, segnala che a Firenze il rinnovamento culturale in atto segue un percorso alternativo alle radici del sapere scolastico della tradizione dell’università medievale, considerata ormai insufficiente sul piano della ricerca.

Ultimo aggiornamento

10.11.2021

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