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L’Università medievale

Un’indicazione di attività formative nella Firenze medievale si trova nel Capitolare Lotario del 825, dove sono elencate tutte le sedi scolastiche attive nell’impero dei carolingi, ma non ci sono altre informazioni sulle lezioni o i partecipanti in questo periodo e nei secoli successivi.
Dante Alighieri, quattrocento anni dopo, racconta di una città con scuole e annesse biblioteche attive presso i monasteri di Santa Croce, Santa Maria Novella e Santo Spirito. Soltanto nel 1321, il 14 maggio, pochi mesi prima della morte di Dante, il Comune delibera la costituzione dello Studium generale et Universitas Scholarium. L’università fiorentina non nasce dunque, come ad esempio a Bologna, da un’aggregazione corporativa di docenti e discenti, ma dalla decisione del potere politico. Forse per questo lo Studium sembra avere una vita stentata, almeno fino al 1349, quando riceve i privilegi di Papa Clemente VI, rafforzandosi poi con il rango di università imperiale, nel 1364, per concessione di Carlo IV di Lussemburgo.

Lo Studium opera in uno dei periodi culturali più ricchi e originali della storia culturale fiorentina e l’attività svolta ha sicuramente contribuito al progresso del sapere attraverso la scoperta, illustrazione traduzione dei classici antichi. In proposito, le cronache riportano la presenza dell’insegnamento del greco; le letture di Omero di Leonzio Pilato nel 1360, delle opere di Dante di Boccaccio nel 1373 e infine le lezioni di cultura greca antica di Manuele Crisolora, un divulgatore bizantino, presente dal 1397 al 1400.

Un tentativo di rafforzamento dell’istituzione viene promosso nel 1429 da Niccolò da Uzzano, politico e umanista avverso al partito mediceo, con il finanziamento della costruzione della Casa di Sapienza (dove adesso ha sede il Rettorato), con l’obiettivo di accogliere un maggior numero di studenti. In questi anni tra gli allievi dello Studium si possono ricordare Marsilio Ficino, dal 1452, e Poliziano, dal 1469.

Ultimo aggiornamento

28.10.2021

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